Gli arcani svelati
I Tarocchi dalla creatività e dalla fantasia di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy, hanno una forza espressiva ed un impatto emozionale molto forte.
Leggi tuttoI Tarocchi dalla creatività e dalla fantasia di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy, hanno una forza espressiva ed un impatto emozionale molto forte.
Leggi tuttoI Tarocchi dalla creativita e dalla fantasia di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy, hanno una forza espressiva ed un impatto emozionale molto forte. L'autore attualizza tematiche affrontando aspetti e problemi dell'attuale societa e lo fa con un sapiente e talentuoso impiego dei chiaroscuri, dei contrasti cromatici della luce delle inquadrature evocando nei suoi scatti un'aura di inquietudine e di mistero che ben si adatta rappresentazione dell'ambigua impenetrabilita degli arcani maggiori.
Questa mostra fotografica presenta 25 immagini colme di malinconia, irrequietezza e disagio.
Leggi tuttoSecondo la teoria degli umori di Ippocrate, la malinconia, al pari del flemma, il sangue e la bile gialla, e una delle quattro sostanze che costituiscono l'uomo. Tali sostanze hanno origini e funzioni diverse e servono da pendant alla struttura delle cose che e essenzialmente e ripetutamente basata sul quattro, numero eminentemente sacro. Cosi come esistono quattro umori nel corpo, allo stesso modo l'universo e composto di quattro elementi e il tempo di quattro fasi. Ogni elemento e legato all'altro in un rapporto di corrispondenza. La malinconia si collega alla terra, all'autunno, e - per quanto riguarda le fasi della vita di un uomo - alla maturita. Nei corpi sani gli umori sono armoniosamente equilibrati, senza che la quantita d'uno superi quella dell'altro. Viceversa, nei corpi malati uno di questi e presente in quantita sproporzionata. Dall'eccesso di sangue nero nell'organismo deriva la malinconia, cosi come dall'eccesso di bile deriva un temperamento collerico. Lo scopo della medicina - sempre secondo Ippocrate e i suoi successori - e quello di stabilire quella corretta armonia tra gli umori che sola garantisce la condizione di salute. Se oggi la malinconia non e tra le malattie che piu destano timore, guai in quei tempi a sottovalutare il morbo. I malinconici di oggi potranno ritenersi fortunati al pensiero che per i loro progenitori quello stesso malessere era sinonimo dei piu crudeli disagi. Il malinconico era propriamente un folle e la sua medicina - catalogata fra le malattie della psiche - poteva avere le conseguenze piu nefaste. Eppure solo nel quattrocento italiano il malinconico ottiene la definitiva consacrazione. In quel periodo la concezione del genio umano diventa quasi indivisibile dall'influenza della malinconia. La malattia di Saturno - questo il suo pianeta tutelare - diventa il benefico segno di una preferenza degli astri. Da allora in poi l'essere nato con la malinconia in corpo sara vanto di ogni artista. Nel suo autoritratto Dürer si dipinge con la mano sul fegato - sede della malinconia - ad indicare l'origine del suo genio. Nei suoi scatti Marco Iannaccone ha voluto riprendere delle giornate malinconiche che ha vissuto, giornate fatta di luoghi, atmosfere che trasmettono una certa sensazione di vuoto e mancanza di qualcosa o qualcuno. Sensazioni soggettive che hanno suscitato nell'artista un certo malessere. Si parte dalla prima foto che ritrae un letto sfatto di un addio, a foto di scenari uggiosi, ombre umane che corrono per raggiungere i posti di lavoro o i propri impegni quotidiani con fare isterico. Viene rappresentata l'inquietudine della malinconia in oggetti, paesaggi, persone. Un turbinio di immagini desolanti, tristi ed autunnali ma vere nel loro essere malinconicamente vive e reali.
Il progetto fotografico Homebook di Marco Iannaccone e un viaggio colorato, trasgressivo, a tratti delirante all'interno di un condominio urbano.
Leggi tuttoIl progetto fotografico Homebook di Marco Iannaccone e un viaggio colorato, trasgressivo, a tratti delirante all'interno di un condominio urbano. Il suo occhio attento si posa su un bestiario metropolitano variopinto ed affollato di personaggi border-line, espressioni di una societa alla deriva. Cio che colpisce soprattutto negli scatti di Marco Iannaccone, a parte la tecnica, le inquadrature e l'uso sapiente degli effetti cromatici, e l'ironia comune denominatore di tutta l'opera. Quindi viaggio ci possiamo imbattere in madame Nancy Brilla o Abban Donata o nella signora Trapassati o ancora in Marylin star e tante altre ancora - creature partorite dalla fervida fantasia del fotografo - archetipi di un'apocalisse in cui noi tutti, ignari, viviamo.
La mostra fotografica di Marco Iannaccone e ispirata ad una dolorosa piaga della civilta moderna: il degrado ambientale.
Leggi tuttoNel corso dei secoli, l'uomo ha creato capolavori artistici di incommensurabile valore ma negli ultimi tempi, cio che di grandioso e stato creato, sta cedendo il passo ad un abbandono socio-ambientale e culturale - come e accaduto recentemente agli scavi archeologici di Pompei - che annulla la bellezza ed il significato intrinseco di molte opere d'arte. Partendo da questa constatazione, il percorso fotografico di Marco Iannaccone puo essere considerato un viaggio: un viaggio fantasioso, originale ed ironico, attraverso i secoli della storia dell'arte internazionale, che inizia dal particolare ed arriva all'universale. Un excursus nei capolavori artistici della nostra tradizione culturale, opere d'arte che tutti conosciamo, che rappresentano la nostra storia e che contribuiscono a infoltire il nostro immaginario giorno dopo giorno; un itinerario che ha lo scopo di tessere e di mostrarci il profondo legame che unisce l'umanita a quanto di bello e stato creato. Ebbene, tutti partecipano alla bellezza e alla creazione, e noi tutti, universalmente, ne siamo responsabili e custodi. Addio, mia bella Napoli! e un omaggio insieme malinconico ed affettuoso alla bellezza di questa citta ingabbiata e soffocata dall'immondizia, da rifiuti che non risparmiano nemmeno la sirena Partenope, soffocata, inquinata anch'essa. Una terra malata, un mare invivibile. Tutte le creature, anche quelle mitologiche, ritornano per aprirci gli occhi. Ofelia di Millet, fotografata su una spiaggia piena di spazzatura. Poi le "due Frida" dell'artista messicana Frida Kalho: un cuore gettato nei rifiuti, perchè "il cattivo amore e immondizia". Il viaggio prosegue con il Caravaggio, la "Medusa pietrificata", che ha tra i capelli brandelli di sacchetti e serpi, con il "Narciso del Percolato", che si specchia in uno stagno inquinato, ed ancora con una "Giuditta Killer Trash" e con il "Il ragazzo colpito dal tamarro". La "Gioconda" di Leonardo si trasforma in "Munnez Lisa" e la "Venere" di Botticelli in "La Venere del putridume": la ieraticita di questi capolavori lascia il posto a forme ricoperte di sacchetti di spazzatura, immancabile tra le dita del "Rifiuto Universale" e nel "Cristo contaminato" . Le rappresentazioni fotografiche di Marco Iannaccone puntano ad un impatto visivo ed emotivo molto forte e spingono qualsiasi osservatore alla constatazione che un'opera d'arte, pur se maltrattata e lasciata nell'incuria, rimane pur sempre una creazione "divina" e i segni della bellezza che sprigiona possono essere appannati ma non cancellati. Da qui il richiamo a Napoli, che deve sopravvivere e riprendere il suo ruolo di capitale artistico-culturale. Proust asseriva: "La vera terra dei barbari non e quella che non ha mai conosciuto l'arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa nè apprezzarli nè conservarli." I quadri ripodotti da Marco iannaccone sono i seguenti: Il Giudizio Universale ( Michelangelo) - Il rifiuto Universale La nascita di Venere (Botticelli) - La venere del putridume Maria maddalena (Bocklin) -Maria Maddalena - La pieta di Terzigno Ragazzo morso da un ramarro ( Caravaggio) - Ragazzo colpito dal tamarro Narciso ( Caravaggio) - Il narciso del percolato Medusa (Caravaggio) - La medusa pietrificata Giuditta e Oloferne (Caravaggio) - Giuditta killer trash Le due frida (Frida Kalho) - El mal amor es basura Maya desnuda e vestida (Goya) - Basura vestida e basura desnuda L'urlo (Munch) - L'urlo fetido Gli amanti (Magritte) - Ceci ne sont pas des amoureux de l'ordure L'uomo con la bombetta ( Magritte) - Ceci n'est pas un sachet d'ordure Il Cristo velato (Sanmartino) - Il cristo contaminato Les demoiselles d'Avignon (Picasso) - Les demoiselles des ordures Ofelia (Millais) - Morte di Ofelia - la citta derelitta Gioconda (Leonardo) - Munnez Lisa Addio, mia bella napoli e Mors Partenope - Abyssus abyssum invocat sono opere originali di Marco Iannaccone.
Il nuovo progetto di Marco Iannaccone e Self Fhotowords. Tutti autoscatti con un unico filo comune: le parole che dovremmo dire a noi stessi.
Leggi tuttoIl nuovo progetto di Marco Iannaccone e Self Fhotowords. Tutti autoscatti con un unico filo comune: le parole che dovremmo dire a noi stessi. Cosi Iannaccone ripercorre il sentiero, mai troppo conosciuto, che separa le imposizioni sociali dalla volonta di ciascuno di noi. Adamo ed Eva, quindi il peccato, ma non quello che ci separa da Dio. Il vero peccato e non amare se stessi, il vero peccato e non proteggere gli altri. Un urlo questo contro la propaganda ecclesiastica anti-condom. Prendersi cura di sè e degli altri, evitando di essere superficiali: facciamo cose senza pensare, ma possiamo nuocere agli altri. Quante volte in macchina parliamo al telefono? Beh. basta davvero poco per causare una tragedia . Media violenza di massa: la televisione violenta continuamente il nostro pensiero: nella foto la resa mentale di molti di noi. E poi Ratzinger e la sua chiusura ai laici e al mondo che va avanti... La truccata Sindone: smettiamo di credere a quello che il potere, religioso e politico, vuole che crediamo. Cosi come dovremmo smetterla di cercare senza sosta la porta del Paradiso, l'accesso alla beatitudine e alla felicita, alla conciliazione con Dio: non esiste Paradiso e non esiste Inferno. La Chiesa e tutto l'apparato di potere vive dei nostri sensi di colpa per esercitare il proprio dominio. Cordone ombelicale: a volte si vede e a volte no. Legami falsati da insicurezze sentimentali, emotive, ed anche economiche. Cordoni-catene. L'olocausto ambientale, ma anche emotivo. Il volto terrificante manifesta le contaminazioni psicologiche che celiamo a noi stessi e agli altri, ma che si manifestano comunque anche senza la nostra volonta. Io non sono pazzo: differenza tra la percezione che ognuno ha di sè e quello che gli altri credono di vedere. E Nunziatina, sberleffo quasi napoletano: una madonna cristiana vittima di un angelo stalker e di uno spirito fecondatore che le fa vivere un dramma senza aver mai fatto sesso. Omo me stesso: perch` i gay devono amare prima se stessi per vivere bene con gli altri la propria omosessualita. Infine foto sul concetto di suicidio, sul togliersi la vita: non solo la vita fisica, relativa al nostro corpo, ma anche quella psicologica che per vivere a bisogno di liberta.
Non ci sono piu certezze e tutto si sta perdendo sotto i nostri occhi increduli e apatici. Cosi nasce questo progetto fotografico.
Leggi tuttoLe perdite sono tante, come la perdita dei capelli (che e un vero e proprio calvario per chi ne soffre e ne ha sofferto), la perdita dei treni (intesa come occasioni perse) la perdita dell'innocenza, della verginita, la perdita dei figli e degli affetti piu cari. Accettiamo tutto senza fiatare. Impotenti. Da questo pensiero sulla perdita nasce "Lost" un percorso sulle nostre mancanze. Losing life coming out: perdere la vita facendo outing, perchè molte persone non sono capaci di essere cio che sono e solo davanti ad un plotone d'esecuzione riescono a confessarlo. La foto estremizza il malessere di chi e gay e ha paura di dirlo. Lost identity: la perdita dell'identita da parte dei transessuali, che per il proprio cambio di sesso sulla carta d'identita devono aspettare anni. La perdita nel peccato: una suora si lascia andare ad un rapporto sessuale. E' il caso di dire che la chiesa predica bene e razzola male. Lost his own sight: quel matrimonio che ci inebetisce e ci fa perdere il contatto con la realta. Lost in delirium: la perdita del senno per onnipotenza. La dittatura di Hitler che si e voluto parodiare e il simbolo di come il potere e la violenza di una persona folle possano portare un paese a conseguenze disastrose. e noi non siamo lontani dal vivere tutto questo. Alcune foto sono drammatiche, altre inquietanti ma tutte ironiche. "La societa si avvale del diritto di infliggere terribili punizioni all'individuo, ma ha anche il vizio supremo della superficialita e non riesce a comprendere cio che ha fatto" O.Wilde
L'idea di questa mostra fotografica e nata in maniera quasi fortuita. Quando l'artista ha compiuto 33 anni, ha passato un periodo difficile in cui sembrava che tutto andasse storto.
Leggi tuttoMarco Iannaccone si e sentito messo in croce e da questo malessere e nata la foto della sua crocifissione. In seguito, nei cassetti di una vecchia zia, l'artista ha incontrato le immaginette dei santini che aveva visto nella sua infanzia ed ha voluto riprodurre fotograficamente tali immagini rivisitandole in chiave moderna ed anche ironica. Ha volutamente dato molta importanza alla simbologia religiosa che si accompagna all'iconografia di santi e madonne e soprattutto ha voluto conservare l'ovale di luce entro il quale spiccano i loro volti. Ecco, quindi la presenza di croci stilizzate, le corone di spine della passione di Cristo, i gigli simbolo di purezza nella foto di santa Maria Goretti e via discorrendo. La matrice comune, tuttavia, delle immagini riprodotte e la rivisitazione moderna della vita dei santi e del loro martirio colti in un contesto di quotidianita e di problematiche attuali. Per esempio la madonna e ripresa fuori ad un balcone di un quartiere popolare di Napoli con strade piene di automobili; la pieta e rappresentata nella cucina della casa ( perchè tanti drammi familiari si consumano tra le pareti domestiche); la lettera di licenziamento di questo santo che non esiste: San Precario, in preda alla sua disperazione. Marco Iannaccone ha rappresentato nei suoi scatti i martiri violenti e dolorosi che i santi hanno subito, ma la sua interpretazione moderna si apre sulle nuove violenze quotidiane che subiamo noi tutti, soprattutto a livello psicologico, pur non essendo santi.
Non ci sono piu certezze e tutto si sta perdendo sotto i nostri occhi increduli e apatici. Cosi nasce questo progetto fotografico.
Leggi tuttoL'individuo e come paralizzato di fronte al muro dell'indifferenza che lo circonda, come se non avesse la forza di reagire, di opporsi a questa spirale di violenza e di degrado che lo attanaglia e lo precipita sempre di piu in basso. Con il consueto tocco ironico-grottesco e surreale, che da sempre caratterizza la sua produzione artistica, Marco Iannaccone, ci presenta una carrellata di tipologia di reati: alcuni di essi nascono dall'esagerata ingerenza dei media nella nostra vita privata. Si puo arrivare a delinquere, per assurdo, per essere stati esclusi da "X Factor" o per essere stati cancellati da "Facebook" o per non perdere l'ultima puntata del " Grande Fratello" o addirittura macchiarsi di un reato gravissimo, qual e l'infanticidio, per rispondere alla chiamata di un cellulare! L'attenzione del fotografo, si fissa poi, sui reati connessi alla sempre piu preoccupante e crescente crisi economica. Ecco quindi le foto segnaletiche del giovane disoccupato che commette un atroce delitto perchè costretto a dover dipendere dalla paghetta della madre o legate a furti, estorsioni e spaccio di droga. Un forte impatto emotivo caratterizza anche le istantanee che riguardano l'omosessualita e i delitti contro la chiesa. L'omosessualita, complice la chiesa, e considerata ancora, nel terzo millennio un reato in molti paesi e la chiesa stessa si macchia di crimini e misfatti sentendosi protetta dalle mura di silenzio dei conventi. L'occhio ironico di Marco Iannaccone non risparmia eventi delittuosi; la donna continua ad essere considerata solo come angelo del focolare e come tale da schiavizzare da una societa ancora, a dispetto di tutto, fortemente maschilista. "La disperazione piu grande che possa impadronirsi di una societa e il dubbio di vivere rettamente sia inutile" ( C. Alvaro) Societa in arresto.....arresto della società
Questo progetto fotografico nasce spontaneo, quasi per gioco, e mostra con autenticità momenti comuni di genuina intimità.
Leggi tuttoLa capacità di Marco Iannaccone -Scarlet Lovejoy sta nel catturare attraverso l’obiettivo, movimenti semplici, consueti ed istintivi, riempiti di luce naturale, proiezione di un’immagine che nella sua sincera naturalezza ha avuto un percorso eccezionale. "La natura fu più forte e prorompente di un temporale fuori stagione".
La mia infanzia era iniziata all’insegna del “mistero genetico “. Nel tempo il mio corpo stava assumendo caratteristiche fisiche - tipicamente androgine. Da bambino ero angustiato dal male di vivere, direi quasi soffocante perché dovevo attenermi, ogni volta, a delle regole mal impostate.. Le mie estati trascorse tra cortile, cucina e giocattoli rigorosamente da maschio, ferirono l’involucro degli anni della mia infanzia. Ai giochi ben presto si sostituì la scuola e tanti libri la conoscenza dei quali iniziava a dare delle risposte. La conoscenza divenne la mia fonte di libertà. Lo studiare ciò che mi piaceva dava un senso di libertà ma sempre più mi isolavo dai compagni di classe. Sembrava tutto surreale ed anche a scuola iniziai a stancarmi delle regole dei professori: Ero svogliato e spesso disegnavo mondi alternativi nei quali immergere totalmente il tempo. Le biblioteche erano diventate i miei rifugi dove il sapere si lasciava divorare dalle dita tremolanti. La scuola era per me un’ulteriore prigione dove professori ignoranti e compagni vedevano in me un giocatolo su cui riversare le loro frustrazioni. Quei seni (dovuti alla ginecomastia) erano il desiderio dei compagni di scuola, per me era un altro tassello da annoverare tra i desideri da svelare. Poi però esplose la voglia di conoscere l’universo del buio. Smontando pezzo per pezzo i tasselli della gabbia vennero fuori, quando mi fu data la possibilità di utilizzare internet, di scoprire altrepersone simili a me e decisi di prendere le distanze da tutto ciò che fosse prigionia. Iniziai a conoscere il mondo transessuale quasi subito, ero felice ma non totalmente appagato. Ero ancora un ragazzo nascosto dietro quintali di abiti. Volevo entrare nelle loro vestie modellare la mia mente agli standard a cui non ero stata abituato. Presto iniziai a travestirmi in casa e la mia famiglia continuò a fare terrorismo psicologico. Ma oramai seguivo il mio interesse: far uscire da quella prigionia la mia identità. Di nascosto andavo regolarmente alle sedute dalla psicologa e quando mio fratello lo scoprì una furiosa lite fece in modo che mi dileguassi nel nulla. Ho iniziato a sperimentare, a far parte di un mondo parallelo, sfogavo le mie frustrazioni nelle creazioni di suoni ex novo. Suoni surreali e trame sonore. Fu allora che capii che potevo far parte del mondo solo se avessi sperimentato, come facevo con i suoni. Parrucche, trucco, abiti da donna furono il trampolino di lancio per partecipare ai Pride e ben presto agli indumenti maschili si sostituirono quelli femminili. Tali cambiamenti hanno creato nel tempo, molti problemi in famiglia ma io mi sono sempre battuto per i miei diritti armandomi del coraggio necessario per continuare questo tortuoso viaggio nel mondo chiamato: “ Transessualità “. Ed è così che ho spezzato i fili che tenevano su quella ragnatela tesa a trattenere i miei desideri nel mistero assoluto.”
In questo progetto fotografico Marco Iannaccone - Scarlet Lovejoy tratta la transessualità mostrando la visione di questa condizione secondo l’ottica di coloro che la vivono in prima persona. Ciò che emerge dagli scatti è l’assenza di artificiosità, l’estrema naturalezza sia del soggetto che dell’immagine in sé con un uso opportuno e appropriato della tecnica fotografica.
L'arte è sempre più estranea alla vita sociale, interessa a pochi la ricerca artistica, il mercato divora le opere e le trasforma
Leggi tuttoL'arte è sempre più estranea alla vita sociale, interessa a pochi la ricerca artistica, il mercato divora le opere e le trasforma in semplici complementi di arredo. L'artista vaga sperduto in un tempo che conosce i prezzi di ogni cosa e non i valori, in cui i circuiti del sapere sono sconnessi da quelli del potere. Scarlet vive l'ingenuità del suo credo, avvolto da una città troppo stressata, violenta e distratta, cerca con l'arma dell'ironia di affermare evidenze negate. Le sue opere sono il confrontarsi con gli stereotipi, sono un esprimere il disagio nei confronti di una nazione che dovrebbe tutelare in maniera più efficace i diritti civili. Il pregio di una democrazia non è cercare il consenso, ma la possibilità di esprimere un dissenso. La ricerca di Scarlet si scontra con un paese travolto dai piccoli/grandi opportunismied incapace di essere all'altezza della sua tradizione artistica e culturale. I suoi autoritratti sono la messa in scena del fallimento della nazione. Indossa abiti al contrario e sovrappone frammenti di quadri dell'Ottocento, immagini che cercano di sollecitare l'immaginario collettivo per provocare una reazione. L'artista offre il suo corpo che deve adeguarsi a costumi sociali ormai non più accettabili, a modelli che imprigionano gli italiani a comportamenti gretti, che non sanno dialogare con il passato. Un’opera, la sua,che indaga il concetto di normalità, di diversità per affermare in modo drammatico lo smarrimento del sé attraverso l'annullamento dei tratti del viso. La presenza fisica dell'autore sfida il nulla del nostro presente, pone lo spettatore di fronte alle contraddizioni del nostro tempo, lo obbliga ad un'attenzione. Il linguaggio semplice e spontaneo di Scarlet è un invito per tutti ad entrare nel suo mondo, a condividere le sue battaglie, a conoscere il suo dolore per le discriminazioni che continuamente perseguitano le minoranze. La performance dal titolo “Abbiamo perso la faccia” in cui entra nella galleria camminando al contrario rende ancora più drammatico il suo urlo silenzioso. Il sangue che lo cosparge è il segno del suo sacrificio per la libertà di essere artista, un estremo, tangibile gesto per coinvolgere lo spettatore. Queste opere si inseriscono in una più ampia ricerca sulla diversità sessuale, sullo stereotipo, sul concetto di normalità che Scarlet persegue da molti anni attraverso mostre e performance in sedi prestigiose, come il PAN, Il Madre o L'Accademia di Belle Arti di Napoli. Il suo è ancora un progetto in fieri ed aspettiamo i futuri sviluppi.
Ero mentalmente e caratterialmente lontano dalla “entità malattia”, rifiutavo la sola idea che un giorno potevo considerarmi "malato"
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Ero mentalmente e caratterialmente lontano dalla "entità malattia", rifiutavo la sola idea che un giorno potevo considerarmi "malato", poi una notte, così, all'improvviso, il dramma, un evento che mi ha lasciato pietrificato e sgomento, un fardello più pesante ed ingombrante di un macigno…..quel sangue copioso, maleodorante, grumoso l’avevo espulso io dal mio corpo e non mi sembrava possibile che provenisse da me.
Nel giro di pochi giorni, travolto dagli eventi che mi sembravano irreali, ho dovuto affrontare esami, indagini invasive, un devastante intervento chirurgico e successivamente un faticoso e debilitante percorso post-operatorio con il mio corpo che si trasformava giorno dopo giorno recando i segni delle cicatrici, del prolungato digiuno, della sofferenza e poi, in ultimo, la dura sentenza di dovermi sottoporre a molti cicli di chemioterapia.
La mia giornata è ormai scandita dal protocollo delle flebo, delle tante compresse, dal corpo a corpo intrapreso contro le cellule tumorali e contro gli effetti collaterali dei tanti farmaci obbligato ad assumere; e dal doversi confrontare quotidianamente con le risposte anomale del proprio corpo e con l'incombente presenza di uno stato depressivo che è lì dietro l'angolo…
Gli scatti dell’artista Marco Iannaccone ScarletLovejoy colgono magistralmente la drammaticità dell’evento, la sofferenza e la devastazione sul corpo e sul volto in un crescendo anche cronologico di accadimenti con la consapevolezza, comunque, che in momenti drammatici come questi la vicinanza, la presenza, l’affetto di una persona capace di accoglierti, di sostenerti, di abbracciarti sono capaci di rendere la sofferenza ed il disagio più sopportabili.
S.E.P.
Distanti dall'essere mera fotografia di paesaggio, le visioni di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy sono icastizzazione di un luogo e modalità
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Distanti dall'essere mera fotografia di paesaggio, le visioni di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy sono icastizzazione di un luogo e modalità
dell'anima di riallineamento energetico, e al tempo stesso viaggio reale e metaforico alle fonti della creatività e del linguaggio non solo di Segantini ma dell'arte tutta,
indagati attraverso un modulo formale ripetuto che da cornice si fa codice segnico, e contemporaneamente abbraccio emotivo.
Diana Gianquitto